I greci, popolo di saggi e di filosofi,
distinguevano tre volti o aspetti dell’amore: Eros, Agape e Philia.
Eros figlio di Povertà e Acquisto, secondo la concezione
platonica, è l’amore carnale in cui esso occultamente manifesta il desiderio
egotico del mutuo scambio, di un dare ed avere. Nasce dalla fame e diventa
potere di acquisto di qualcosa che ne plachi la bramosia dei sensi.
Philia è l’amore sentimentale, quello che si stabilisce
in un rapporto di complice amicizia, di affiatamento e di comunità di intenti.
Agape è l’Amore spirituale o universale che eleva l’uomo
e gli fa comprendere che non è lui a possedere Dio ma Dio che lo possiede.
Ecco quindi il gran parlare dell’amore e le sue diverse
manifestazioni.
L’amore che ci sublima e ci fa volare alto quando diventa
amore universale, quindi disinteressato: Che nulla chiede in cambio perché,
come dice Gibran nel Profeta: L’amore basta all’amore.
Il medesimo amore che ci fa sprofondare nello sconforto
più nero, nel baratro di noi stessi quando invece esso si ferma all’Eros che
egoisticamente tutto chiede e tutto pretende. E tanto più pretende tanto più ci
annienta nel momento in cui questo finisce e ci si ritrova da soli.
Bello, soave e dolce invece è Philia che ci sa
confortare, cullare, accarezzare, proteggere, quando, prima di pensare a noi
stessi ed alla nostra felicità, anteponiamo a questa a quella dell’altro.
Il dibattito sul significato di amore nella lingua italiana è
ampio, il termine racchiuderebbe comunemente le seguenti sfaccettature:
·
amore familiare verso i familiari o i parenti
·
amore per gli amici
·
amore per se stessi
·
amore romantico
·
amore platonico, amore romantico verso
qualcosa o qualcuno in cui un eventuale coinvolgimento fisico è solo un mezzo
per raggiungere l'amore spirituale
·
amore caritatevole (detto anche bontà o misericordia),
aiutare i bisognosi, gli affamati, gli animali feriti
·
amore ideale, per qualcosa di astratto o inanimato,
come un'idea o un obiettivo
·
amore politico o sociale, per i propri principi,
la propria nazione o patria, la propria dignità,
il proprio onore e l'indipendenza
·
amore di fede verso qualche essere divino o Dio
(detto anche devozione)
Nel greco antico
i termini utilizzati per definire i vari sensi con cui attualmente si usa la
parola "amore" sono in maggior numero e perciò più precisi, rispetto
alle molte lingue moderne.
·
Agape (αγάπη) è amore di
ragione, incondizionato, anche non ricambiato, spesso con riferimenti
religiosi: è la parola usata nei vangeli.
·
Philia (φιλία) è l'amore di
affetto e piacere, di cui ci si aspetta un ritorno, ad esempio tra amici.
·
Eros (έρως) definisce l'amore sessuale.
·
Anteros (αντέρως) è l'amore corrisposto.
·
Himeros è la passione del momento, il
desiderio fisico presente e immediato che chiede di essere soddisfatto.
·
Pothos è il desiderio verso cui tendiamo, ciò che
sogniamo.
·
Stοrge (στοργή) è l'amore
d’appartenenza, ad esempio tra parenti e consanguinei.
·
Thelema (θέλημα) è il piacere di
fare qualcosa, il desiderio voler fare.
Anche nel greco antico non è comunque
possibile tenere i vari sensi ben separati e così troviamo agape talvolta
con lo stesso significato di eros, e il verbo agapao con
lo stesso significato di phileo (come nell'antico testo greco
della Bibbia).
L'ebraico contiene
la parola ahava per "affetto" e "favore",
ma la più importante è la parola khesed che combina i concetti
di "affetto" e "compassione" e viene talvolta tradotta con
"tenerezza".
La nostra parola AMORE è insufficiente per descivere la varietà delle sfaccettature che questo sentimento porta in se stesso. Ma per Grazia ancora una volta la lingua greca antica viene in aiuto a tale insufficienza. Così eros filia e agape già riescono a precisare tanta varietà. pax vobis
RispondiEliminaLa nostra parola AMORE è insufficiente per descivere la varietà delle sfaccettature che questo sentimento porta in se stesso. Ma per Grazia ancora una volta la lingua greca antica viene in aiuto a tale insufficienza. Così eros filia e agape già riescono a precisare tanta varietà. pax vobis
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